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Il volume di Matt Beane è una interessante riflessione sul modo in cui acquisiamo e sviluppiamo le competenze. Il testo pone in particolare l’attenzione sulle competenze che si imparano sul lavoro, qualunque tipo di lavoro, e su come, decenni di ricerche dimostrino che per raggiungere la padronanza delle abilità necessarie per svolgerlo, sia fondamentale e necessario avere accanto qualcuno che ne sa più di noi. L’apprendimento formale ci permette di acquisire le conoscenze concettuali, ma le  abilità le sviluppiamo lavorando con un esperto con cui creiamo una relazione e che ci espone gradualmente a difficoltà e autonomia sempre maggiori. 

Oggi il legame e la relazione tra “novizi” ed “esperti” sono messi in discussione, con l’introduzione di sistemi che  ottimizzano la produttività con tecnologie intelligenti, come l’IA e i robot, il percorso di affiancamento tra lavoratori junior e senior nei luoghi di lavoro potrebbe venire meno in molti settori produttivi. 

Sebbene i progressi tecnologici offrano un potenziale immenso, bisogna considerare come questi possano condizionare lo sviluppo delle capacità umane acquisite attraverso secoli di apprendimento pratico e tutoraggio. 

Beane sottolinea che, sebbene l’intelligenza artificiale e l’automazione stiano modificando in modo sostanziale i luoghi di lavoro, i princìpi fondamentali dell’apprendistato, in cui i giovani lavoratori vengono chiamati a svolgere compiti sempre più complessi sotto la guida di esperti e il valore dell’osservazione nel processo di apprendimento, rimangono cruciali: ha trascorso gli ultimi dieci anni a esaminare il legame tra giovani lavoratori e lavoratori esperti in una varietà di ambienti, dai magazzini alle sale operatorie. Nel volume presenta in forma narrativa alcuni casi, ambientati in diversi contesti professionali e, analizzando il processo di inserimento ed apprendimento attraverso l’esperienza e l’accompagnamento di un professionista esperto, mette in risalto come l’apprendistato non consista solo nel portare a termine compiti, ma anche nel riconoscere e nell’affrontare la complessità. 

Negli ambienti di apprendimento tradizionali, le sfide sono calibrate per mettere alla prova le capacità di chi apprende senza sopraffarlo. Beane sostiene che questo stesso principio debba essere applicato nel mondo del lavoro moderno, anche se la tecnologia sta rimodellando il nostro modo di lavorare. 

L’autore riconosce che la trasformazione del lavoro da remoto ha creato nuovi ostacoli allo sviluppo delle competenze. La perdita del mentoring fatto in presenza e la riduzione delle opportunità di apprendimento hanno reso più difficile per i principianti sviluppare le proprie competenze in modo significativo.

Invece di permettere all’intelligenza artificiale di sostituire l’interazione umana, dovrebbero essere creati ambienti in cui l’apprendimento e lo sviluppo umano possano continuare a prosperare.

Secondo l’autore dunque, il futuro dello sviluppo delle competenze risiede nella creazione di sistemi che uniscano l’esperienza umana con le capacità dell’intelligenza artificiale.
Matt Beane (2025). Il Dna delle competenze, Milano, Egea, Euro 28.