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Il Rapporto Giovani 2025 dell’Istituto Giuseppe Toniolo

Il Rapporto Giovani 2025 dell’Istituto Toniolo è, come il Giubileo, dedicato alla Speranza.

Scrive Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica Sociale presso l’Università Cattolica di Milano, curatore principale del Rapporto: «La speranza come tensione permanente verso il futuro è ciò che risulta oggi debole e di cui abbiamo bisogno […]. La speranza è quindi impegno positivo verso il futuro, con capacità di riconoscere quello che non funziona nel tempo in cui viviamo, ma con uno sguardo che sa sempre sollevarsi e guarda collettivamente oltre. La speranza sta quindi nel nuovo, in quello che ancora manca e può migliorare il mondo in cui viviamo».

Ma quali sono i principali contenuti del Rapporto Toniolo di quest’anno?

Nel primo capitolo del Rapporto (La rinuncia alla scuola come opportunità?) si evidenzia come non si possa dare per scontato che i giovani, soprattutto quelli che vivono in contesti socioculturali più svantaggiati, considerino la scuola come un’opportunità e una risorsa per la propria vita.

Molti giovani intervistati ritengono che la scuola non offra stesse opportunità a tutti e che gli esiti dipendano molto delle condizioni sociali ed economiche di partenza.

La speranza è, però, il motore che spinge le nuove generazioni a credere comunque nel proprio futuro, a intraprendere percorsi di crescita personale e professionale, a vedere nel lavoro non solo una fonte di reddito, ma un’opportunità di realizzazione.

Il lavoro e la scuola non possono essere intesi solo come obbligo, ma come luoghi dove esprimere il proprio talento e contribuire al progresso collettivo.

È importante, si legge nel primo capitolo del Rapporto, che le organizzazioni riconoscano il valore delle nuove generazioni non solo per le competenze che portano, ma anche per l’energia innovativa e la capacità di aprire a un futuro diverso.

Il secondo capitolo tratta del tema lavoro (Giovani e lavoro: il senso mai perduto).

Il quadro tratteggiato è ambivalente: da un lato il lavoro mantiene una posizione centrale nel progetto di vita delle nuove generazioni. I giovani, però, non cercano un’occupazione qualsiasi e il Rapporto ci dice che: «senso e qualità del lavoro procedono di pari passo».

Il lavoro, è scritto nel Rapporto Toniolo, non può essere solo necessità, ma anche responsabilità e passione. Contano retribuzioni e stabilità, ma sempre più importante è il bilanciamento con i tempi di vita.

Il lavoro, più che perdere rilevanza, allarga i suoi confini alle dimensioni del ben-essere che sempre più si associano al ben-lavorare.

Un tema molto rilevante, approfondito nel volume rispetto alla specificità del Sud, (Abitare al Sud: nuovi equilibri tra casa, urbanità e “remoteness”) è la questione abitativa.

Per molti giovani, infatti, assieme al lavoro, il raggiungimento dell’autonomia abitativa rappresenta un traguardo che segna il passaggio all’età adulta.

Sul tema della questione abitativa, il terzo capitolo del Rapporto evidenzia dinamiche di adattamento (in funzione di opportunità lavorative e accesso ai servizi), ricerca di equilibrio (tra costi e vivibilità), ma con scelte guidate anche dalla sensibilità verso la sostenibilità e dal senso di appartenenza comunitaria.

Non è un caso che la preferenza dei giovani italiani si indirizzi verso i centri di medie dimensioni che possano combinare la presenza di servizi di qualità con ritmi di vita gestibili.

Il quarto capitolo della pubblicazione (Democrazia e partecipazione) smentisce ampiamente la retorica del disimpegno apatico giovanile.

I dati dei ricercatori coinvolti dall’Istituto Toniolo evidenziano soprattutto una difficoltà nel riconoscersi nell’offerta politica percepita come poco coerente e scarsamente attrattiva e coinvolgente.

I giovani trovano sintonia con temi locali, per il miglioramento concreto delle loro comunità e globali, legati ai diritti e alla sostenibilità.

Si ricerca, comunque, una politica più inclusiva, capace di offrire spazi di partecipazione alle nuove generazioni che risultano scarsamente ascoltate anche perché sempre più minoritarie quantitativamente a causa del declino demografico.

Il quinto capitolo del Rapporto 2025 tratta di un’età particolarmente delicata (Orientamenti valoriali e stati emotivi in adolescenza).

La ricerca mostra come l’emozione negativa che più differenzia le varie tipologie di giovani adolescenti sia quella della “disperazione”, ma che siano soprattutto i giovani con più sviluppata propensione all’altruismo a riuscire ad arginare con più efficacia tale emozione.

Scrive Rosina, in merito al sesto capitolo: «Declinare la speranza nel rapporto tra uomini e donne significa immaginare e costruire un futuro in cui le relazioni non siano dominate da disuguaglianze, incomprensioni o conflitti, ma siano spazi di crescita, felicità e solidarietà».

Il capitolo si intitola: Violenza sulle donne e stereotipi di genere: cosa (non) pensano (più) i giovani?

La ricerca presenta un’analisi che prende le mosse dall’esperienza concreta, a partire dai ruoli di genere, dalle aspettative reciproche, dalla qualità delle relazioni e dal modo di esprimersi in ambito familiare.

Scrive, ancora, Rosina: «Emerge in ogni caso nelle nuove generazioni, l’aspettativa e il desiderio di superare gli stereotipi di genere nella formazione delle proprie nuove famiglie e nella trasmissione di modelli educativi nei confronti dei figli».

Come consuetudine il volume è chiuso da approfondimenti territoriali peculiari.

Un primo focus è dedicato al Trentino (I giovani in Trentino tra studio e lavoro) con un’analisi dei punti di forza, ma anche di possibile fragilità, del modello socioeducativo della provincia autonoma.

Un secondo affondo è, invece, dedicato a un ritratto delle nuove generazioni in Finlandia (Benessere e qualità della vita dei giovani finlandesi: trend, sfide e politiche di intervento).

Se il Paese nordico, ai vertici mondiali del World happiness report, rappresenta un modello di riferimento in Europa per le politiche integrate a favore del benessere e della partecipazione giovanile, vi sono anche in Finlandia, soprattutto dopo la pandemia Covid 19, nuove sfide, come la necessità di intervenire con efficacia contro l’isolamento sociale.

Il modello finlandese, fondato su inclusività e solidarietà intergenerazionale, dimostra, comunque, che investire nel benessere giovanile non sia funzionale solo a un obiettivo etico, ma anche strategico per il progresso sociale.

Tirando le somme è ancora una riflessione di Alessandro Rosina ad aiutare a delineare il filo rosso del Rapporto 2025: «Le analisi contenute in questo volume ci invitano a guardare oltre le difficoltà del presente, cogliendo nelle nuove generazioni non solo il riflesso delle incertezze del nostro tempo, ma anche la prospettiva che apre a un futuro migliore. Coniugare il valore della speranza con l’azione concreta – conclude il demografo dell’Università Cattolica di Milano – significa credere nella capacità dei giovani di essere protagonisti di cambiamento della nostra epoca e, al contempo, offrire ad essi gli strumenti per esprimere in pieno il proprio potenziale. Solo così la speranza può tradursi in un progetto condiviso di crescita e rinnovamento per l’intera società».

Istituto Giuseppe Toniolo (2025), La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2025, Bologna, Il Mulino,  pagg. 242, Euro 22.