È possibile unire i giovani e l’economia rigenerativa? Come quest’ultima può entrare nel quotidiano dei cittadini dell’oggi e del domani e diventare imperativo di un nuovo modo di vedere e contemplare l’economia? Da queste due domande è nata la necessità dell’Unione sindacale territoriale Cisl di Pisa di provare a mettere insieme queste due realtà, una fisica e una concettuale, e far sì che l’una diventi prima pensiero e poi azione dell’altra. Un’azione concreta che si sviluppi sui nostri territori e che possa portare benessere e un nuovo sviluppo locale sociale e rigenerativo dove il concetto del dono e del restituire diventano motori principali. Quando parliamo infatti di economia rigenerativa dobbiamo capovolgere la nostra idea ormai radicata nel nostro quotidiano di economia e iniziare a valutarla «come un sistema economico che mira a proteggere e rigenerare la terra. Si tratta di un approccio che va oltre la semplice sostenibilità. E che cerca di ripristinare e migliorare gli ecosistemi, anziché limitarsi a minimizzare l’impatto negativo».[1]
Papa Francesco, nel 2015 con l’enciclica Laudato si’, aveva tracciato chiaramente la strada di un’economia integrale che deve assolutamente riconoscere l’integrazione tra sistema economico e ambiente e che tenga conto della società, delle persone. Dalle pagine dell’enciclica l’idea di una nuova economia che sia generativa di benessere e di sviluppo sociale traspare in maniera evidente e impone ad ognuno di noi una responsabilità che non può più essere rimandata rispetto a questi temi che devono essere tradotti in realtà.[2]
Prenderci cura, come imperativo che già Don Milani ci aveva tramandato, deve divenire un modo di vivere e vedere il nostro sistema economico in una chiave che introduca assolutamente il rigenerare territori, società ed ecosistemi. Per far questo dobbiamo attuare una conversione ecologica che parta da una trasformazione del concetto di economia e dell’agire di quest’ultima. Solo restituendo in un’ottica rigenerativa e non solo di sfruttamento potremmo riuscire ad attuare un nuovo sistema economico sostenibile, ma soprattutto una visione umanistica del mondo economico.
Dobbiamo adottare una visione trasformativa dell’economia in cui riconosciamo che tutto il macro sistema si muove insieme e in interconnessione e questa è sicuramente una delle sfide che lancia anche l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite dove i tre ambiti, economia, sociale e ambiente, sono visti come un insieme collegato e indivisibile.
Tutto ciò rende ancora più chiara l’urgenza di sostenere e promuovere un’economia rigenerativa, nonostante le inevitabili complessità che essa porta con sé.
Tale termine, infatti, racchiude una molteplicità di significati e sfumature, spesso complessi da tradurre in azioni concrete e l’ambiziosa sfida che abbiamo dovuto affrontare è stata trasmettere e rendere tangibili questi concetti.
Abbiamo quindi deciso di interpretare l’economia rigenerativa, partendo da ciò che è semplice e vicino: il territorio e le persone.
I comuni del pisano sono piccoli gioielli ricchi di storia, cultura e risorse, la cui valorizzazione può diventare un potente motore di sviluppo economico. In queste piccole realtà più che altrove, questo processo di innovazione deve partire dal basso, grazie all’attivismo e all’interesse delle comunità locali e, in particolare, dei giovani, i veri attori intraprendenti e dinamici in grado di innescare cambiamenti concreti e duraturi.
Ecco, quindi, che da queste premesse estremamente intuitive, è nata l’idea di NEXTerritorio (Nuova economia per il territorio): un evento che si sarebbe tenuto il 10 maggio presso i Vecchi Macelli a Pisa, promosso da Cisl, Aforisma, Acli, strutturato e organizzato da JEVIS – un ente del terzo settore interamente gestito da studenti dell’università di Pisa che offre servizi di consulenza alle PMI locali – e con il patrocinio dei comuni di Vicopisano, San Giuliano e Calci.
Prima di arrivare all’effettivo giorno della manifestazione però, per fare in modo che essa potesse lasciare un segno concreto, abbiamo scelto di partire da un’azione di sensibilizzazione nelle scuole. In particolare, siamo andati a presentare la nostra iniziativa nelle classi di alcuni istituti superiori di Pisa – ‘Carducci’, ‘Matteotti’ e ‘Dini’ – con l’obiettivo di far comprendere ai ragazzi il valore delle piccole realtà autoctone che li circondano e di stimolare in loro la consapevolezza di poter essere protagonisti attivi nella rivalutazione di quei luoghi quotidiani. Coinvolgere tre scuole molto diverse tra loro non è stato frutto del caso, ma una scelta ragionata, nata dal desiderio di creare un contesto eterogeneo e stimolante, in cui esperienze e percorsi differenti potessero arricchirsi a vicenda. Il feedback ricevuto dai ragazzi dopo le presentazioni è stato estremamente positivo e, anche grazie al supporto degli istituti che ci hanno permesso di stipulare delle convenzioni Pcto, siamo riusciti a raggiungere il limite massimo di 90 partecipanti per la nostra manifestazione.
Parallelamente, abbiamo avviato un confronto diretto con i sindaci e gli assessori dei Comuni di Vicopisano, San Giuliano Terme e Calci – che hanno concesso il patrocinio all’iniziativa – per ascoltare le loro esigenze e capire insieme quali attività e quali luoghi potessero essere valorizzati in modo autentico e utile per la comunità.
È stato proprio a partire da questo dialogo e scambio di informazioni che ha iniziato a delinearsi la struttura dell’evento NEXTerritorio, articolato in due momenti principali.
La mattina, dedicata alla realizzazione, da parte di tutti gli iscritti divisi per classi, di brevi video promozionali delle principali attrazioni dei comuni di San Giuliano Terme, Vicopisano e Calci. In questa attività i partecipanti sono stati guidati dalla TikToker locale Jessica Greco, che ha offerto il suo supporto creativo e ha infine premiato il video più riuscito.
Il pomeriggio, in cui si è svolto un business game, durante il quale piccoli gruppi di ragazzi hanno lavorato su proposte progettuali volte a migliorare e rendere più funzionali alle necessità giovanili, alcuni spazi pubblici dei tre comuni, selezionati in precedenza con gli assessori locali. Anche in questa fase i partecipanti hanno potuto contare sull’affiancamento di capigruppo d’eccezione – giovani universitari e imprenditori del territorio – che li hanno supportati nello sviluppo delle loro idee. Al termine dell’attività, il progetto più convincente è stato premiato con un riconoscimento speciale e ci piacerebbe molto, con l’aiuto delle amministrazioni comunali, realizzarlo concretamente.
NEXTerritorio si è rivelato un’esperienza ricca e stimolante: un contesto favorevole alla nascita di idee, un ambiente di scambio e collaborazione tra persone con competenze eterogenee, un luogo dove sono sbocciate nuove amicizie e si sono condivise passioni comuni, ma, soprattutto, è stato un punto di incontro tra i giovani e le piccole realtà locali, grazie al fondamentale ruolo di mediazione svolto da associazioni territoriali, imprese, banche locali e dalle amministrazioni comunali coinvolte. Abbiamo cercato di mettere in luce ciò, creando un prezioso momento di intervento in cui Giorgio Graziani, Segretario confederale Cisl, Grazia Ambrosino, presidente di Aforisma, Silvia Innocenti, vicepresidente di Acli, Valentina Ricotta, vicesindaco di Calci, Matteo Ferrucci, sindaco di Vicopisano, Marco Giovannetti, direttore della filiale di Pontedera di Banca popolare di Lajatico e Lorenzo Buccolini, presidente di Jevis, si sono potuti presentare a tutti i ragazzi e ragazze presenti quel giorno, come figure di raccordo fondamentali tra le persone e il territorio, capaci e desiderosi di sostenere e incoraggiare le iniziative giovanili.
Questo forte interesse verso le generazioni future per far conoscere loro il territorio, le sue risorse e le sue complessità, ha dato l’input anche per un altro lavoro parallelo a NEXTerritorio, promosso dalla Cisl e realizzato da JEVIS che è stato presentato al XX Congresso della Ust Cisl Pisa. Abbiamo infatti commissionato a Jevis un’indagine sui desideri, le speranze e i sogni dei giovani nella nostra provincia, sia da un punto di vista lavorativo che di realizzazione personale.
La domanda che non poteva più attendere risposte e che ci siamo fatti più e più volte nelle nostre riunioni è stata sempre: siamo stati capaci di creare un territorio dove i nostri giovani possono sognare? Abbiamo anche fortemente voluto dare questo incarico a Jevis perché la comunicazione tra la stessa generazione sarebbe risultata sicuramente più efficace e i questionari sottoposti avrebbero contenuto domande che sono dubbi e incertezze che loro hanno in comune e che noi possiamo solo ipotizzare. Il lavoro presentato ci ha rivelato una provincia poco attrattiva sia dal punto di vista del lavoro che di prospettive di un futuro.[3]
Il mercato del lavoro nell’area di Pisa si presenta oggi come un terreno complesso, segnato da fragilità strutturali che attraversano diversi settori produttivi e che influenzano profondamente le dinamiche occupazionali dei giovani. L’evidenza più forte è che un territorio con tre Università di eccellenza non riesce a trattenere ciò che forma perché non ci sono aziende che possano creare valore e che vogliano essere partecipi di uno sviluppo locale che sia soprattutto sociale e sostenibile. Questo scenario ha un impatto diretto sulle ambizioni e sulle scelte di vita dei giovani. Il dato più netto che emerge riguarda l’obiettivo prioritario nella ricerca del lavoro: la stabilità economica. Tale esigenza si manifesta in modo trasversale, indipendentemente dal titolo di studio o dalla condizione occupazionale, a testimonianza di una generale incertezza e della ricerca di sicurezza in un mercato del lavoro ancora fragile. Tuttavia, mentre la maggioranza dei giovani punta a questo traguardo, l’interesse verso dimensioni più ambiziose, come carriere con valenza internazionale, creatività o impatto sociale, risulta più marginale.
Accanto a questo quadro di domanda di stabilità si rileva una crescente propensione alla mobilità territoriale, sia all’interno dell’Italia sia all’estero. In particolare, studenti e giovani con titoli accademici avanzati mostrano una maggiore apertura al cambiamento rispetto ai lavoratori già inseriti, che tendono invece a una maggiore stabilità. Questa tendenza è significativa perché sottolinea come molti giovani percepiscano la necessità di cercare opportunità fuori dal proprio territorio, non sempre per scelta, ma spesso come risposta a un mercato locale che non sembra offrire sufficienti alternative concrete. La mobilità, dunque, si configura non solo come un’opportunità, ma anche come una potenziale strategia di uscita da un contesto percepito come limitante.
Un altro elemento che emerge dall’analisi è la debole propensione all’imprenditorialità tra i giovani pisani. Una larga fetta, soprattutto femminile, dichiara di non aver mai preso in considerazione l’idea di intraprendere un’attività in proprio. Tra coloro che manifestano un certo interesse, però, prevale la convinzione che il contesto italiano non sia sufficientemente favorevole per avviare un percorso imprenditoriale, infatti la carenza di una cultura del rischio, unita alla scarsità di strumenti concreti di supporto, come finanziamenti early-stage o percorsi di incubazione di qualità, impedisce la nascita e la crescita di startup capaci di attrarre talenti e di generare valore economico locale. In questo senso, il ruolo dell’università si conferma centrale, non solo come ente formativo, ma come motore di imprenditorialità giovanile, da potenziare attraverso politiche mirate di orientamento e accelerazione. Parallelamente, diventa urgente aumentare gli investimenti in capitale di rischio per sostenere concretamente lo sviluppo delle imprese innovative ad alto potenziale.
Le disuguaglianze di genere rappresentano un’ulteriore criticità rilevante. L’analisi ha messo in evidenza una marcata disparità nelle condizioni economiche e lavorative tra uomini e donne. Mentre quasi il 70% degli uomini riesce a risparmiare regolarmente, questa capacità si riduce drasticamente al 33% tra le donne. Le donne sono inoltre sovra-rappresentate nelle fasce salariali più basse e sotto-rappresentate in quelle più elevate, con una presenza significativa di contratti part-time, che sono il doppio rispetto a quelli maschili. Questi squilibri testimoniano come, nonostante i progressi, la parità di genere sia ancora lontana dall’essere raggiunta, evidenziando la necessità di un impegno strutturale e culturale per promuovere condizioni di lavoro più eque.
Dal lato delle imprese, l’indagine qualitativa ha rivelato un interesse concreto per l’inserimento di giovani nel mercato del lavoro, con una quota di under 30 che mediamente rappresenta tra il 20% e il 30% dei dipendenti. Le aziende manifestano l’intenzione di aumentare questa percentuale, sfruttando contratti di apprendistato e forme di inserimento graduali come tirocini e stage retribuiti, in una chiara volontà di favorire la formazione pratica dei giovani lavoratori. Tuttavia, le difficoltà nel reperire candidati con competenze adeguate sono una criticità molto diffusa: più della metà delle imprese segnala un mismatch tra le competenze richieste e quelle offerte dal mercato, in particolare per quanto riguarda le cosiddette competenze trasversali, come flessibilità e approccio al lavoro. Le aziende più strutturate si affidano a canali digitali per il reclutamento, mentre le realtà più piccole preferiscono i contatti personali e il passaparola, sottolineando l’importanza delle reti relazionali nel contesto locale.
In conclusione, la provincia di Pisa si trova di fronte a una sfida complessa: da un lato, deve affrontare le fragilità di un mercato del lavoro che fatica ad assorbire e valorizzare le competenze giovanili; dall’altro, deve promuovere un ambiente più dinamico, inclusivo e innovativo che incentivi l’imprenditorialità e riduca le disuguaglianze di genere. Per fare questo, è indispensabile un approccio integrato che coinvolga istituzioni formative, imprese e politiche pubbliche, con l’obiettivo di creare un ecosistema in grado di valorizzare le potenzialità dei giovani e di rispondere efficacemente alle sfide del presente e del futuro.
Da questo punto di vista, NEXTerritorio, ha rappresentato un primo piccolo, ma importante passo verso un approccio del “fare economia” più collaborativo, che tenta di dar voce e mettere in contatto tanti segmenti diversi della società: istituzioni, associazioni, cittadini, ma anche tante imprese che hanno deciso di sostenere la nostra iniziativa – Banca di Lajatico in primis e poi Acqua e Terme Uliveto s.p.a, Treedom, Rufus, Escape Room Lucca, Agrielter, Bun Riff Rock Gourmet – e alcuni ospiti d’eccezione – Federico Quilici, Francesco di Iacovo, Giulia Deroma, Filippo Plumeri e Pietro Tempesti.
Quanta partecipazione, quanti dati, quante idee, quanti volti… e pensare che tutto è cominciato con una riunione piena di dubbi, incertezze e una parola – “economia rigenerativa” – di cui non conoscevamo nemmeno il significato.
In conclusione, NEXTerritorio è nato dal nulla, passo dopo passo, costruito con due ingredienti semplici ma potentissimi: le persone e il territorio.
Non servono milioni di euro o risorse illimitate per accendere il cambiamento; a volte bastano visione, passione e un luogo da amare e quando l’intraprendenza incontra le radici, ogni progetto può diventare futuro.
Da sempre è così: l’evoluzione dell’umanità nasce dall’unione tra il coraggio di innovare e il legame con la propria terra ed è lì che prende forma la vera differenza.
Noi crediamo che, nel suo piccolo, NEXTerritorio quella differenza l’abbia fatta e speriamo che i valori che ha portato possano continuare a crescere, ispirare e lasciare il segno.
Per questo abbiamo scelto di renderlo un appuntamento annuale, lavorando ogni giorno con le scuole e tra i giovani, perché siamo convinti che solo sognando insieme, e con forza, possiamo costruire davvero un domani giusto, equo e sostenibile.
[1]Si veda: Economia rigenerative, di cosa si tratta?, Ecologia On Line, gennaio 2024.
[2] Laudato Si’, Enciclica di Papa Francesco, 2015.
[3] Le nuove Generazioni e il Mercato del Lavoro, JEVIS Junior Enterprise Pisa , 14 aprile 2025.