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di Arcidiocesi di Bologna

«La vera ricchezza sono le persone: senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, che hanno valore
inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi da vero imprenditore»
Papa Francesco (20 gennaio 2022)

Il decalogo sulla salute e sicurezza sul lavoro diffuso a maggio scorso dalla diocesi di Bologna retta dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, nasce dall’esperienza della logistica etica, promossa dalla Città metropolitana e dalle parti sociali della città emiliana. 

L’idea ha origine a seguito dell’infortunio mortale di Yaya Yafa, giovane magazziniere originario della Guinea Bissau, che perse la vita a soli 22 anni nell’ottobre 2021, al suo terzo giorno di lavoro all’Interporto di Bologna, schiacciato da un camion in manovra. 

L’impegno di tutti portò in prima battuta alla definizione della Carta per la logistica etica, per mettere in campo azioni concrete sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, sulla formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, sulle pari opportunità, sulla mobilità sicura e sostenibile. Ma anche per la qualità del lavoro e la catena degli appalti, la formazione preventiva e continua, la coesione sociale e l’integrazione territoriale, l’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale.

A gennaio 2022 si arrivò, poi, al protocollo specifico per l’Interporto di Bologna, che, tra le altre cose, istituì uno specifico centro interno al sito dedicato alla formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro nel campo dei trasporti e della logistica (School), sede di una “comunità di buone pratiche” in materia.

L’idea della School nasce dallo Ial dell’Emilia Romagna, che la gestisce, offrendosi per estendere la cultura della prevenzione al territorio nel suo complesso. Da ciò nasce l’idea della possibile collaborazione con la Pastorale del Lavoro petroniana, per mettere nero su bianco alcune regole base su cui impegnare sindacato e imprese. Era necessaria una risposta corale per un territorio martoriato da stragi sul lavoro: molti ricordano i sette morti della centrale idroelettrica di Bargi e i due morti del magazzino Toyota alle porte di Bologna. 

Per la prima volta in Italia è stata la Chiesa a scendere in campo, memore delle parole di papa Francesco, secondo cui «Il lavoro non è soltanto necessario per vivere, ma anche per esprimere la dignità della persona. È fondamentale che sia svolto in condizioni che rispettino la salute e la sicurezza dei lavoratori» (Discorso ai membri dell’Associazione nazionale costruttori edili – Ance, 20 gennaio 2022). 

Il decalogo è stato presentato il 12 maggio scorso presso il Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Bologna, scelta significativa, sia per il messaggio dato sulla necessità che il sapere professionale si allei con l’etica; che per la numerosissima presenza di giovani, a cui è stata presentata una visione del lavoro fondata sulla prevenzione.

Premessa

Bologna, per la sua storia e per la cultura del lavoro di cui è testimonianza vivente, può e dev’essere protagonista dello sviluppo di un’economia dal “volto umano”, con al suo centro la Persona. Ciascuno per il ruolo che ricopre, è chiamato a contribuire alla costruzione di un nuovo “umanesimo del lavoro”, che parta dall’effettivo rispetto delle leggi e degli standard relativi alla salute e sicurezza sul lavoro. La complessità delle cause e degli eventi avversi (infortuni sul lavoro e malattie professionali) richiede un approccio “integrale” da parte di tutti i soggetti in campo, fondato su interventi di sistema sia a carattere statale, che a livello territoriale e aziendale. Con il presente documento, invitiamo la comunità bolognese a impegnarsi per il miglioramento continuo e la promozione della cultura della prevenzione in ogni contesto di lavoro, ponendo la salute e sicurezza sul lavoro quale priorità assoluta.

Decalogo per la salute e sicurezza sul lavoro

  1. È un dovere di tutti e di ciascuno applicare le leggi e gli standard in coerenza con il loro senso più profondo, che è la tutela dell’integrità piscologica, sociale e fisica dei lavoratori e delle lavoratrici, migliorandone il benessere nel corso del tempo.
  2. È necessario che chi ne è responsabile eviti di ridurre i costi di produzione di un bene o di un servizio, comprimendo la salute e sicurezza sul lavoro.
  3. È fondamentale che le stazioni appaltanti a tutti i livelli evitino di assegnare i servizi al massimo ribasso, pratica spesso associata alla contrazione degli investimenti per la prevenzione; e che verifichino le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro delle aziende appaltatrici.
  4. È un dovere di tutti i lavoratori e le lavoratrici impegnarsi per prendersi cura di sé stessi, delle persone con cui ci si relaziona al lavoro e del luogo in cui si lavora. La prevenzione dev’essere un impegno di tutti e di tutte.
  5. È necessario occuparsi con particolare diligenza dell’esposizione ai rischi professionali dei soggetti potenzialmente più vulnerabili: i più giovani, coloro che non sono stabili, le donne in gravidanza, le persone di recente emigrazione, le persone con disabilità e chi è più fragile.
  6. È opportuno che la formazione e l’addestramento obbligatori relativamente alla salute e sicurezza sul lavoro vengano svolti nei primissimi giorni di impiego dei lavoratori e delle lavoratrici, per dar loro gli strumenti fondamentali necessari a proteggersi.
  7. È necessario che l’informazione, la formazione e l’addestramento di lavoratori e lavoratrici provenienti da altri Paesi venga effettuata tenendo conto della loro conoscenza della lingua veicolare, per evitare di lanciare “parole al vento”.
  8. È fondamentale che le aziende in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori sperimentino, anche facendo ricorso alle risorse messe a disposizione dalle istituzioni (Inail e Regione in primis), accomodamenti ragionevoli per consentire alle persone disabili di potere continuare a lavorare.
  9. È auspicabile che si promuovano pratiche di partecipazione organizzativa dei lavoratori per il miglioramento continuo della salute e sicurezza sul lavoro (ad es. segnalazione dei mancati infortuni e delle condizioni insicure), valorizzando i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls).
  10. È opportuno che si valorizzino e si supportino tutte le pratiche che prevedano ogni forma di collaborazione possibile tra le parti sociali e le istituzioni per fare salute e sicurezza sul lavoro.