Conferenza di Medio Termine della Confederazione Europea dei Sindacati 2025
Approvata dal Comitato Esecutivo il 15 aprile 2025 e definitivamente deliberata alla Conferenza di Medio Termine della CES, svoltasi a Belgrado dal 19 al 21 maggio 2025.
Dichiarazione di Belgrado della Conferenza di Medio Termine
Rappresentando oltre 45 milioni di lavoratori in 41 paesi del continente, la Confederazione Europea dei Sindacati (CES) è la voce dei lavoratori in Europa.
Riunitisi a Belgrado, in Serbia, nel maggio 2025, i leader dei sindacati di tutta Europa hanno discusso le preoccupazioni e le priorità dei lavoratori, delle loro famiglie e delle loro comunità.
Le sfide che i lavoratori e i loro sindacati devono affrontare in Europa sono aumentate dal Congresso della CES del 2023, tra cui processi di ristrutturazione mal gestiti e minacce di perdita di posti di lavoro in Europa, l’aggravarsi della crisi del costo della vita, nuove sfide globali e geopolitiche, dazi aggiuntivi imposti dall’amministrazione statunitense e i suoi attacchi contro i lavoratori, la continuazione dell’aggressione russa contro l’Ucraina, l’ascesa dell’estrema destra, nuovi attacchi contro i lavoratori e i diritti sindacali da parte di datori di lavoro e miliardari, crescenti pressioni per la deregolamentazione e l’austerità.
Restano le sfide per un lavoro di qualità, alcuni gruppi di lavoratori hanno registrato un peggioramento della sicurezza e delle condizioni di lavoro, mentre lo sfruttamento estremo e il “furto” salariale sono in aumento.
Di fronte a queste sfide, i leader sindacali – affiliati sia all’interno che all’esterno dell’Unione Europea – si uniscono per ottenere un accordo equo per i lavoratori di tutto il nostro continente, per costruire solidarietà con i lavoratori in Europa e nel mondo e per rafforzare il nostro lavoro comune in solidarietà, per contrastare qualsiasi attacco ai lavoratori e ai loro diritti.
Gli obiettivi e le priorità inclusi nel Manifesto di Berlino della CES sono più urgenti che mai.
I lavoratori e i loro sindacati insistono sul fatto che il nostro futuro europeo, il benessere e la sicurezza dipendono da una democrazia forte, dai diritti individuali e collettivi, dall’uguaglianza, dal progresso e dalla coesione sociale, nonché da una sicurezza economica che garantisca posti di lavoro di qualità, salari equi, redditi e pensioni in grado di sostenere una vita piena e felice: una società più giusta e equa. La lotta contro il dumping sociale, la precarietà lavorativa e le disuguaglianze deve essere rafforzata.
Solidi standard sociali minimi vincolanti a livello UE, il dialogo sociale e la contrattazione collettiva, i diritti dei sindacati e dei lavoratori, l’informazione, la consultazione e la partecipazione, la salute e la sicurezza sul lavoro, nonché una solida protezione sociale e un’assistenza a lungo termine, l’accesso universale a servizi pubblici di alta qualità, sono fondamentali per raggiungere questi obiettivi.
L’UE deve mantenere la promessa di creare una convergenza sociale verso l’alto.
I lavoratori e i loro sindacati insistono pertanto per la piena attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, anche attraverso nuove misure legislative dell’UE.
È necessario rafforzare la contrattazione collettiva, anche attraverso l’attuazione efficace della direttiva sul salario minimo e sfruttando appieno i piani d’azione nazionali per raggiungere progressivamente l’80% di copertura della contrattazione collettiva, al fine di tutelare meglio i lavoratori.
Difenderemo sempre i diritti sindacali e risponderemo alle repressioni sindacali e agli attacchi al diritto di sciopero. Promuoveremo la democrazia e l’uguaglianza sul lavoro come rivendicazione orizzontale nei settori pubblico e privato. Il rafforzamento dei diritti di informazione, consultazione e partecipazione dei sindacati e dei rappresentanti dei lavoratori in tutti gli ambiti e settori pertinenti rimane una priorità fondamentale.
Dobbiamo inoltre proteggere le generazioni future e dare loro speranza, soprattutto affrontando le cause e gli effetti del cambiamento climatico, creando al contempo posti di lavoro di qualità, garantendo alloggi accessibili e adeguati per tutti e rafforzando la capacità economica e industriale europea, garantendo una transizione giusta e l’anticipazione e la gestione del cambiamento.
I recenti sviluppi politici in Europa e nel mondo ci mettono in guardia dal fatto che la pace, la giustizia sociale e la sicurezza sono impossibili senza un’economia equa che valorizzi l’uguaglianza e la ridistribuzione dei salari e della ricchezza e che garantisca buoni standard di vita a lavoratori, pensionati, famiglie e comunità, senza un’Europa più integrata che tuteli lo Stato di diritto e senza un solido sistema multilaterale basato sul diritto internazionale e sui diritti umani.
Un’economia forte, saldamente fondata su posti di lavoro di qualità e sul nostro modello sociale, può gettare le basi per il successo economico e sociale dell’Europa.
Ecco perché sono urgentemente necessari investimenti su larga scala con condizionalità sociali per promuovere la coesione sociale, economica e territoriale, la politica industriale, le infrastrutture, i servizi pubblici, una transizione verde e digitale equa e la conoscenza – dall’istruzione e dalla formazione professionale alla ricerca e all’innovazione.
Le norme fiscali dell’UE dovrebbero essere immediatamente sospese per consentire investimenti rapidi in questi e altri settori cruciali, dovrebbero essere sviluppati strumenti di investimento comuni permanenti e garantito un sistema fiscale più equo, che comprenda l’imposta sulle transazioni finanziarie e le imposte sugli extraprofitti. E non ci possono essere assegni in bianco per i nostri investimenti.
L’Europa deve ottenere di più per i nostri soldi. Sono necessarie migliori regole in materia di appalti pubblici e condizionalità sociali per garantire che il denaro pubblico venga utilizzato per garantire posti di lavoro di qualità, coperti da un contratto collettivo, e non per bonus per gli amministratori delegati o riacquisti di azioni proprie.
Un’economia deregolamentata, neoliberista, con pochi diritti e bassi salari non risolverà le sfide dell’Europa in termini di competitività e creerà più problemi di quanti ne risolva.
La narrazione dei datori di lavoro che presenta la legislazione UE come onerosa è riduttiva e rappresenta una minaccia per il progetto europeo.
Questo attacco all’UE mina la fiducia nelle istituzioni, alimentando l’euroscetticismo e l’estrema destra.
Un approccio deregolamentativo per la competitività non ha posto in Europa.
Non accetteremo mai che i diritti, le retribuzioni e le condizioni di lavoro dei lavoratori siano compromessi o danneggiati dalla deregolamentazione e dalla semplificazione.
Il cosiddetto “Omnibus I” costituisce una pericolosa iniziativa di deregolamentazione e la direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità aziendale deve essere salvaguardata
Il nostro modello sociale, gli investimenti e i posti di lavoro di qualità, nonché un’ambiziosa politica industriale incentrata su autonomia strategica e iniziative volte a garantire un’energia accessibile, affidabile e pulita, costituiranno le basi per una competitività sostenibile e il successo economico e sociale del progetto europeo, non il fallimento di approcci di austerità o deregolamentazione.
Come affermato nei trattati dell’UE, l’obiettivo deve essere quello di costruire “un’economia sociale di mercato altamente competitiva, che miri alla piena occupazione e al progresso sociale”.
Difendere e rafforzare la democrazia e le sue istituzioni è fondamentale per il futuro dell’Europa.
La democrazia sul lavoro è essenziale. La nostra democrazia deve includere una voce rispettata per i lavoratori; una voce sufficientemente forte da garantire il controllo sulle decisioni che influenzano le loro vite, anche sul posto di lavoro.
Alla luce delle minacce dell’estrema destra e dell’autoritarismo, l’Europa deve riaffermare – non facendosi intimidire – i suoi valori di solido modello sociale, pace, democrazia, prosperità, uguaglianza, unità, coesione e inclusione. Ciò include l’impegno a garantire la parità di genere, anche eliminando il divario retributivo e pensionistico di genere, nonché la violenza e le molestie sul posto di lavoro.
L’Europa deve rimanere un attore globale e un forte promotore della giustizia sociale, della pace e dei diritti umani nel mondo, nonché dell’apertura e della solidarietà.
Ciò dovrebbe includere rinnovati sforzi per garantire una pace giusta e duratura da realizzare insieme all’Ucraina e per promuovere la pace in altre aree di conflitto, tra cui il Medio Oriente e la Repubblica Democratica del Congo.
La CES condanna l’approccio della “fortezza Europa”, in cui le libertà personali e i diritti collettivi sono compromessi, le frontiere sono chiuse e le politiche migratorie ignorano i diritti umani.
Il processo di allargamento dovrebbe garantire il pieno rispetto dei diritti sindacali e dei lavoratori, il sostegno al dialogo sociale e alla contrattazione collettiva e il pieno allineamento all’acquis sociale dell’UE.
La CES e i suoi affiliati rafforzeranno i loro sforzi e le loro iniziative, anche mobilitando i lavoratori e collaborando con altri per realizzare un’Europa basata sulla cooperazione e sulla solidarietà, più equa per i lavoratori e i cittadini di oggi e di domani.
Un’Europa in cui tutte le persone – indipendentemente da ciò che fanno, da dove provengono, da chi amano – siano pienamente rispettate e traggano beneficio dai valori europei che promuoviamo.
Un’Europa in cui i nostri sforzi collettivi, la nostra voce e la nostra intelligenza siano mobilitati per creare un’economia equa, sostenibile, sicura e inclusiva che sia vantaggiosa per i lavoratori – e in cui i lavoratori traggano beneficio, e non siano vittime, del cambiamento tecnologico.
Un’Europa che affronti le preoccupazioni sociali e di sicurezza creando una società e un’economia adatte ai nostri cittadini di oggi e di domani – un’Europa sicura, pacifica, prospera, equa, sostenibile, rispettosa e inclusiva, rispetto alla quale tutti i suoi cittadini siano orgogliosi di sostenerla e di farne parte.
La CES e i suoi affiliati continuano a mobilitarsi per un accordo equo per i lavoratori!
Per un’Europa equa con posti di lavoro di qualità, salari più alti, una protezione sociale rafforzata, servizi pubblici eccellenti, uguaglianza per tutti, ideali democratici, una solida base sui diritti dei lavoratori, la contrattazione collettiva e il dialogo sociale.
Costruiamo un’Europa che possiamo essere orgogliosi di trasmettere alle generazioni future.
(traduzione a cura di Francesco Lauria)