“Oggi la constatazione che nelle forze partigiane ci furono pluralità di provenienze ideologiche e di percorsi di maturazione è divenuta pacifica, ma non è sempre stato così. Le esigenze della lotta politica determinate da un sistema che aveva dovuto adeguarsi alle logiche della Guerra fredda e al mutamento di orientamento del Pci, condizionato dal rapporto con l’Urss, avevano rotto con l’ideologia tipica degli anni Trenta del secolo scorso e dell’antifascismo che in essa era radicato, l’ideologia della convergenza degli “umanesimi” (liberale, socialista, cristiano) che erano maturati nel difficile passaggio storico fra Ottocento e Novecento.”
È questo uno dei passaggi significativi dell’editoriale del Prof. Paolo Pombeni uscito per la newsletter della rivista il Mulino, alla vigilia dello scorso 25 aprile[1].
Così come il Numero 4 de il Progetto ha visto una sezione speciale della rubrica “Le radici e le ali” dedicata ai 75 anni della Cisl, il Numero 5 ne riporta, invece, una che si occupa dell’anniversario degli ottanta anni della Liberazione attraverso la Resistenza.
Si tratta di un esercizio anche in questo caso senza velleità di esaustività, ma che presenta un ventaglio di contributi particolarmente ricco e molteplice.
La pluralità della Resistenza e della Liberazione italiana, nel contesto europeo, è anche una pluralità di genere e non è un caso che la rivista si apra con il saggio di Mauro Pitteri dedicato a Tina Anselmi.
Vi è poi il contributo di Giorgio Benvenuto sul sindacalista “resistente” Bruno Buozzi, figura unica che accomuna, nella memoria, Cgil Cisl e Uil e un testo di Albertina Soliani dedicato alla storia e alla memoria dei Fratelli Cervi, oltre il “mito”.
Non poteva mancare un contributo dedicato agli scioperi del marzo 1944, mentre la Resistenza “disarmata” di Giuseppe Dossetti è raccontata dall’articolo di Luca Barbari.
Altri due scritti si situano nel difficile contesto emiliano: il ritratto del ruolo dei futuri “cislini” Gorrieri e Paganelli nella gloriosa Resistenza modenese e la sfortunata, peculiare, ma per certi versi paradigmatica, dolorosa vicenda del partigiano Giorgio Morelli, detto “il Solitario”, fratello maggiore del dirigente cislino Pippo, primo liberatore della città di Reggio Emilia, deceduto a seguito delle percosse subite da mai puniti partigiani comunisti. Questa figura e la tragedia che l’accompagna sono raccontate da Mirco Carrattieri attraverso la recensione di un recente libro di Marta Busani.
Il rapporto tra Resistenza e dimensione europea, anche sulla lunga scia del Manifesto di Ventotene, è raccontato da Salvatore Vento, attraverso la figura del ligure Luciano Bolis, mentre l’ultimo contributo della sezione è dedicato a Giuseppe Fanin, giovane testimone e martire del sindacato nuovo e della partecipazione, anch’egli vittima della violenza dei militanti comunisti, in questo caso successiva alla rottura dell’unità sindacale e alla nascita, nella campagna bolognese, della Libera Cgil.
Il numero della rivista non si esaurisce, come di consueto, in una sola rubrica, ancorché “speciale”.
Particolarmente ricca e densa di contenuti è la sezione “Europa Mondo” che si apre con un saggio di Alberto Berrini sul complesso scenario economico internazionale, cercando di proporre una chiave di interpretazione che vada oltre la cronaca e il tema, pur importante, dei dazi.
Segue un contributo Giuseppe Iuliano sul tema della diplomazia internazionale dal basso e dell’Europa come portatrice di progetto e di “pratiche” di pace.
Vi sono poi due articoli dedicati all’integrazione sociale e lavorativa dei rifugiati: il primo, ad opera di Nicoletta Merlo, ripercorre la valutazione ex post del Comitato Economico e Sociale Europeo del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) mentre il secondo, di Maurizio Bove, racconta una serie di buone pratiche di formazione e inserimento di rifugiati e richiedenti asilo che hanno visto il sindacato (e la Cisl) protagonista.
La rubrica Centro e periferie riporta il consueto intervento di Ulderico Sbarra, questa volta dedicato alle contraddizioni, vecchie e nuove, del contesto metropolitano di Milano.
La sezione Orizzonti sindacali include un ampio saggio di Rosario Iaccarino, responsabile della formazione sindacale della Fim Cisl nazionale, sul teatro come linguaggio e setting dell’attività formativa, mentre questo numero della rivista introduce una nuova rubrica, Società, nella quale si inserisce il contributo di un’altra formatrice, Silvia Romoli, responsabile della Scuola Permanente Fnp Cisl presso il Centro Studi di Firenze, sulla vecchiaia, tra stereotipi e tabù.
Lo spazio delle recensioni, come sempre curato da Luigi Lama, ripercorre un testo dedicato alle rivolte popolari e contadine ad opera del noto storico Alessandro Barbero.
Si segnala, inoltre, il Bando Giovani 2025 promosso dalla neonata Fondazione Pierre Carniti.
Nella gioia dell’elezione di Papa Leone XIV, un nome che evoca un’importante attenzione alla dottrina sociale della Chiesa, la rivista si conclude con tre documenti di Papa Francesco, recentemente scomparso.
I primi due sono piuttosto noti, almeno nell’ambiente sindacale, entrambi risalenti al giugno del 2017: l’intervento pronunciato in occasione del diciottesimo congresso della Cisl e quello in occasione del pellegrinaggio presso la tomba di Don Lorenzo Milani.
Il terzo è la preghiera del Santo Padre per i lavoratori pronunciata in occasione del viaggio apostolico in Madagascar del 2019 presso il Cantiere di Mahatzana (Antananarivo).
Buona lettura!
[1] Per la lettura integrale dell’editoriale si veda: https://www.rivistailmulino.it/a/25-aprile-e-unit-nazionale?&utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=Strada+Maggiore+37+%7C+23+aprile+%5B10006%5D